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francesca



Francesca – Ezra Pound
Venivi innanzi uscendo dalla notte
recavi fiori in mano
ora uscirai fuori da una folla confusa,
da un tumulto di parole intorno a te.
Io che ti avevo veduta fra le cose prime
mi adirai quando sentii dire il tuo nome
in luoghi volgari.
Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero
e che il mondo inaridisse come una foglia morta,
o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,
per poterti ritrovare,
sola.


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messaggio in codice | cinema & amore

Una volta mi dissero che le ragazze si son fatte fregare da Hollywood, dai film di Hollywood. Da pellicole come Pretty woman, moderna rivisitazione del Principe Azzurro e della favola di Cenerentola. A me quel film non m’ha mai smosso un ciglio; forse perché Richard Gere è troppo ‘pulito’ per entrare nel mio immaginario erotico e Julia Roberts troppo secca per potermici identificare.
Non di meno (e adoro l’espressione ‘non di meno’), tempo fa ho cercato di stillare la classifica dei 5 film della mia vita; della serie, il gioco “chi butto giù dalla torre”, “il libro da salvare sull’isola deserta”.
Ne è uscito questo:
1. La signora della porta accanto
2. Paura d’amare
3. Yentl
4. A star was born
5. I monti di Medison County
Nonostante la numerazione da 1 a 5, questa non è una classifica per ordine di affettività; non saprei scegliere chi viene prima e chi dopo. Ovviamente, c’è una motivazione e un ricordo per tutti.
Truffaut ha quella drammaticità assoluta che ha contrassegnato buona parte della mia vita sentimentale; in alternativa, “tutto il resto è noia”. Frenkie&Johnny è il mio lato occultato, quello che avrei sempre voluto che un uomo scoprisse; mai successo, gli uomini sono basici. Barbra, eroina, e la solitudine del diritto a non dipendere da un maschio. Meryl che era Francis.
Detto ciò (e sono stata VOLUTAMENTE criptica), mi rendo conto che ho speso la mia vita, almeno i primi 45 anni, ad aggiungere, piuttosto che a togliere, a enfatizzare piuttosto che a distaccare, chiaro antidoto alla noia del reale, del razionale. Del filosofico quando minimale, ascetico: orrore.
A proposito, Yentle – se ben ricordo – è stato il mio primo bacio e la conseguente corsa al dentifricio perchè quell’umido mi faceva schifo. Quel 33 giri di soundtrack ha i solchi, tanto l’ho masticato.

Poi i film della mia antologia cinematografica sarebbero tanti, ma quelli della vita sono altra cosa. Astenersi gente incolta e terragna.

prima o poi qualcuno lo faccio secco……


cercando Al, magari esiste


oltre la line d’ombra


Kris Kristofferson, non c’è storia


vabbè, questa la so a memoria

Cazzo! dimenticai:


ovvero la Grande Fregatura.

Poi ci sarà molto altro che ora non ricordo.


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innamorati stanchi


“Ma com’era quando ci si innamorava? Te, te lo ricordi?”.
Le due donne guardavano la ragazzina che, trionfante, aveva annunciato il suo fidanzamento fresco di primo bacio.
“Boh”.
“Poi, non è mica stato più così; mancava sempre un pezzo!”.
Già, mancava sempre un pezzo. Oppure era come vivere dentro un inganno.
“Però, io già dal principio dovevo avere qualcosa di storto: dopo il primo bacio corsi a lavarmi i denti. Tutto quell’umido mi aveva fatto un po’ schifo”.
Negli anni, alle farfalle nello stomaco era subentrata la passione, ma anche il dolore, la fatica, l’ipocrisia. Lei guardava le coppie e non capiva come funzionava che stessero insieme. Sempre, tutti i giorni. Per anni e anni. C’era sempre un po’ di violenza – lei notava- in quello stare in coppia. Una finzione, un compromesso. Un gioco di forza, un braccio di ferro.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l’amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

Rifece il conto indietro e realizzò che mai si era affidata. Solo una volta, su una barca, ma non valeva: poggiava sull’acqua, non sulla terra ferma. E furono tre giorni. A chi mancava la chimica, allora? A lei o a quelli che altri, semplicisticamente, avrebbero tagliato e cucito come ‘persone sbagliate’?
“Ci vuole coraggio per affidarsi”.
Palle. Non era questione di coraggio: era questione d’ingenuità, semmai. Felloneria, necessità. La necessità di crederci, perché altrimenti sarebbe stato il baratro. Per starci dentro, non devi guardare fuori. Lei, invece, aveva quella mania di vedere nudi gli uomini.

Solo i giovani hanno di questi momenti. Non parlo dei giovanissimi. No. I giovanissimi, per essere esatti, non hanno momenti. E’ privilegio della prima gioventù di vivere in anticipo sui propri giorni, in tutta una bella continuità di speranze che non conosce pause né introspezioni.
Uno chiude dietro a se il piccolo cancello della mera fanciullezza ed entra un un giardino incantato. Là perfino le ombre splendono di promesse. Ogni svolta del sentiero ha una sua seduzione. E non perché sia una terra ignota. Si sa bene che tutta l’umanità ha percorso quella strada. Ma si è attratti dall’incanto dell’esperienza universale da cui ci si attende di trovare una sensazione singolare o personale: un po’ di se stessi.
Si va avanti, allegri e frementi, riconoscendo le orme di chi ci ha preceduto, accogliendo il bene e il male insieme – le rose e le spine, come si dice – la variopinta sorte comune che offre tante possibilità a chi le merita o, forse, a chi ha fortuna. Sì. Uno va avanti. E il tempo pure va avanti, finché ci si scorge di fronte una linea d’ombra che ci avverte di dover lasciare alle spalle anche la regione della prima gioventù.

Ora il gioco è indovinare le citazioni, ma con wikipedia son buoni tutti al giorno d’oggi. Neanche tutti quegli anni spesi, d’estate, allungata al suo lettino stile da barca, a leggere libri su libri, avevano più un valore. Anzi, risultavano spesso d’impiccio. Forse sarebbe state ore spese meglio a dar dei baci. E far finta di non sentire tutto quell’umido.


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un anno dal passaporto facile



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quel gran genio di simenon


tutte le donne meschine di simenon. e gli uomini senza qualità. tutti i precari equilibri della quotidianità. e il bisogno di far quadrare i conti quando i conti non tornano.





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b.nat

BUON NATALE


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auguri, keith

Luxor Tavella è alta un metro è un barattolo, parla con una voce flebile, porta segni blu sulla faccia. Perché dice di avere vissuto in Africa. E’ nata a Milano, ma sta a New York. Soho, Paracelso. Visto da fuori il negozio è incrostato di polvere e non si capisca cosa vende. Qualcuno fa un passo dentro e gira sui tacchi. Chi supera la diffidenza del primo momento si fa conquistare dalla meraviglia. “The store is like my studio. The [women’s] clothing is set up like art installations. It’s all of my creativity. Not everyone understands it, but it’s my life.” Non fa una piega.
Luxor ti fa il conto su pagine di cartoni giganti, che poi perde tra foulard, sciarpe e oggetti non identificati.
Luxor dice che tra i suoi clienti c’è anche Keith Richard. Che la moglie, tutte le volte che si prova una camicia, gli rimprovera “ma hai poi bisogno dell’ennesima maglietta coi buchi, keith?”. Tutto il mondo è paese tra le coppie. Auguri Keith, anche se non sei mai stato il mio tipo. Ora un paio di modellini di Paracelso ce li ho anche io. Con l’etichetta strappata, va da sè. ;-)


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Ferite/Wounded/Blesses – il diario #8 London


Un anno di Ferite/Wounded/Blesses si chiude a Londra. Chissà dove ci porterà il 2014.


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Ferite/Wounded/Blesses – il diario #7 | Bruxelles

Ogni città ha la sua luce. Bruxelles è pece con tagli di fuoco. Gotica. Eppur Calda. Bruxelles è un teatropolveroso che non speravamo pieno. E invece……Serra, un gigante. La principessa, dolce e cortese. Ministre attrici a sorpresa. Tailleur di panno e messe in piega di fresco. Niente di rutilante. E’ Europa. Pensierosa Europa. Lontana già l’America glamouros.


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Ferite/Wounded/Blesses – il diario #6 | New York


Nan Goldin con noi all’ONU. C’è voluto un po’, a dire il vero. Voleva raccontare la sua di storia. Non le piaceva leggere quella di un’altra. Non si sentiva ‘confortable’. Poi dentro all’Onu non si fuma. E le scarpe rosse gliele ha dovute regalare Valeria Golino. Ma nonostante tutto ciò, Nan è dolcissima. E un gigante. Per chi non c’era…….


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