Mentre i fan di tutte le generazioni fanno la fila da Vito, a due passi da via Paolo Fabbri, sperando in una discesa dai monti di Pavana del Maestrone, lui l’altra sera ha incantato, ancora e comunque, i suoi lettori di Bruxelles. A convincere Francesco
Guccini a prendere addirittura un aereo è stato un altro modenese, Jacopo Panizza, il libraio di riferimento per la numerosissima comunità italiana del Belgio. «Solo nella capitale – racconta – gli immigrati, di nuova e vecchia generazione, ma che conservano ancora passaporto italiano sono 90mila: una piccola città». E non si contano i figli o i nipoti, italiani d’origine che ora la lingua di Dante la parlano a stento.
Jacopo dal 2007 gestisce la libreria La Piola. E chiunque in città parli italiano, lo voglia imparare
o ami la cucina italiana passa almeno una volta di qui. Sì, perché la Piola è libreria ed enoteca, da prima che le grandi catene scoprissero il business di unire un buon libro a un buon calice, quando però nel Nord Europa i bookshop erano da tempo già questo, ovvero un luogo in cui sostare per godersi il bello e il buono.
«Ho un socio, si chiama Nicola Taricco e cura la parte ristorazione della Piola», racconta Jacopo. Nicola è torinese, a Bruxelles abita da una vita. «Per anni ha fatto
l’oste, poi avvicinandosi ai quaranta cercava un lavoro che non gli facesse fare le quattro di notte, sette giorni su sette. Io facevo tutt’altro, ma mi ero messo in testa di rilevare una vecchia libreria italiana gestita da due anziane funzionarie della comunità, chiusa dal 2002. In Italia mi dicevano che ero matto, invece sono passati cinque anni e siamo sempre in crescita».
Già, perché quello che impressiona alla Piola (il nome, in piemontese, indicava nell’800 i luoghi di ristoro. Così anche in certe
zone della Bassa modenese; felice coincidenza) è la quantità di gente, e soprattutto giovani, che segue le presentazioni dei libri, che sorseggia sul divano un caffè, che sosta nei tavoloni all’esterno per l’aperitivo (e a Bruxelles piove sempre). «Siamo a due passi dalla Commissione – continua Jacopo – e siamo il punto di riferimento per chi cerca la letteratura italiana, ma anche un buon saggio ». Essendo l’unico negozio di libri italiani in Belgio, la Piola non è un negozio specializzato, ma non per questo non sceglie. «Siamo
molto attenti a diffondere nel nostro piccolo una cultura italiana alternativa a quella di pizza, mandolino e Laura Pausini. Inoltre, siamo i fornitori di tutte le scuole e le biblioteche che in Belgio hanno una sezione dedicata all’italiano. E sono tante».
Jacopo, 39 anni, in Belgio è arrivato passando dall’Ohio, Usa, e da Londra. Ha studiato da avvocato, si occupava di temi ambientali e a Bruxelles è approdato lavorando per una ong. «Poi del sistema delle lobby non ne potevo più», confessa. L’Italia vista da
qui? «Nessun rimpianto: non mi ha mai dato opportunità. Per la cultura, poi, non ne parliamo», conclude lui a cui davano del matto perché voleva campare vendendo libri. Qui dalla Piola, dove gli autori stessi presentano il proprio libro con un bicchiere di vino in mano, in una atmosfera più calda di quella di una libreria da grandi catene, sono passati tutti: Paolo Giordano e Max Gazzè, Capossela e Daniele Silvestri, Serena Dandini, fino a Rita Levi Montalcini.
di Francesca Parisini
da Repubblica Bologna del 7 luglio 2013